Mi appassionano le storie
di luoghi e di persone
che hanno a che fare
con quei luoghi

chi sono

 

Stefania Zerbato, fotografata con i piedi nel lago, perché da lì esco. Qualche manciata di anni fa.

Poi, di strada in strada, alternando passi, corse, jumping e retromarce, ho stratificato esperienze e vissuto emozioni. Respirato, assorbito, ingoiato la vita. Talvolta anche respinta. Poi riabbracciata. Più o meno come tutti, credo.
Lacustre di nascita. Cittadina per scelta. Ma adoro i paesaggi silenti della Lessinia veronese.
Tra qualche anno prenderò casa in Sicilia (il sogno, che non deve morire mai).

Mi scrivo. Vi scrivo. Racconto perché ne ho voglia. Scrivo perché fa parte del mio lavoro. Quando non scrivo, leggo. Ma faccio anche altro. Molto altro. Mi appassionano le storie di luoghi e di persone che hanno a che fare con quei luoghi. Persone vere o immaginate. Vive adesso o vissute nel passato. Purché emotivamente coinvolgenti. Allora, su queste tracce, che spesso cerco sapientemente, mi lascio andare e imbastisco profili, vicende, amori, perdite, … narrazioni.

Perché le storie hanno una loro forza intrinseca, un’energia che acchiappa e percuote. Stimola e fa progredire. Rigenera.

Io mi ci affido e al contempo la pratico. La faccio mia. E ho deciso di condividerla.
Scrivo quel che vivo.

professionalmente

 

Mi hanno insegnato a “darmi da fare”: così ho fatto e non ho mai smesso. Ho studiato (laurea in scienze politiche e master in organizzazioni pubbliche), ho lavorato (consulenza direzionale per aziende pubbliche e project manager al ministero della Funzione pubblica), ho insegnato (professore a contratto all’Università di Verona), ho scritto (pubblicazioni, articoli – anche in qualità di giornalista pubblicista – e storie… tante storie).

E continuo su questi binari: disegnando scenari, immaginando orizzonti, narrando storie.
Costruisco progetti, anche diversi tra loro, perché il cambiamento e il nuovo mi entusiasmano.
Coinvolgo altri, perché da soli non si va da nessuna parte, e mi faccio coinvolgere: fare squadra è un bel modo di proporsi e lavorare.

Dal contribuire a “far funzionare meglio” la pubblica amministrazione locale, alla promozione dei territori e delle identità locali. È l’estrema sintesi di un percorso professionale lungo 25 anni.
Oggi mi appassiona ideare e concretizzare progetti e percorsi, anche inediti, che valorizzano il bello e il buono dell’Italia, disseminata di borghi e campanili.

Ingredienti di turismo esperienziale e sostenibile, che emergono da identità territoriali ricche di patrimoni culturali, di saperi e tradizioni, prodotti enogastronomici rinomati e irripetibili. È il nostro amato made in Italy, che però, spesso, necessita di alcuni fondamenti per poter essere promosso e venduto, soprattutto sui mercati internazionali. Penso a elementi quali: una struttura in cui incasellarlo, uno sfondo su cui spiccare, la nota di differenziazione che lo rende unico, l’inserimento nella filiera turistica del territorio (che in tanti casi è ancora tutta da costruire), la sinergia con gli altri segmenti, un packaging adeguato, la comunicazione strategica e strutturata, lo storytelling che emoziona e trasmette la passione dei suoi protagonisti.

In questo quadro innesto competenze per la creazione e modellizzazione di esperienze turistiche, peculiari e uniche, e lo scouting di realtà che le esprimono ma non sanno come curarne la messa in opera. E anche la gestione delle relazioni, il fare rete, e il coordinamento del team di progetto; la comunicazione e lo storytelling per la promozione e la vendita dei prodotti realizzati. Le nuove tecnologie e il mondo digitale dei social, sono un asset in più, che aggiunge valore al prodotto e ai contenuti, li veicola e li conduce lontano amplificando le voci del territorio per una eco senza confini.

Se navigate sul sito di Smartea Srl (smartea.it) – sostenibilità smart – troverete altre tracce del mio impegno: le competenze rimangono pressoché le stesse, solo si coniugano con un fare diverso. Ma il fil rouge che lega i due mondi c’è e si riassume nella motivazione che alimenta le mie scelte.

…innesto competenze
per la creazione
e modellizzazione
di esperienze turistiche,
peculiari e uniche,
e lo scouting di realtà
che le esprimono
ma non sanno
come curarne
la messa in opera

il mio “perchè”

 

È il desiderio di contribuire concretamente allo sviluppo di sistemi intelligenti di governance, affinché le scelte strategiche di Amministratori e decisori siano davvero efficaci e coerenti con i bisogni del territorio e dei cittadini che lo vivono. Mi preme l’attenzione all’ambiente e al benessere delle persone, che si traduce nel concetto di sostenibilità come valore essenziale, attuale e per le generazioni future.

Questo desiderio, porta con sé una visione in cui cultura, operosità, bellezza e ricchezza dei nostri territori sono ingredienti essenziali da governare con intelligenza e far conoscere nel mondo.

Leggere e interpretare queste motivazioni, nel tempo in cui siamo, significa adottare tutte le risorse che la tecnologia offre e lavorare con un approccio smart, cioè intelligente, in grado di sfruttare al massimo la conoscenza disponibile, in tutte le sue forme. E questa è un’altra cosa che mi piace molto, quindi la applico al mio fare.

…l’attenzione all’ambiente e al benessere delle persone, che si traduce nel concetto di sostenibilità come valore essenziale, attuale e per le generazioni future.

chi sono

Mi appassionano le storie
di luoghi e di persone
che hanno a che fare
con quei luoghi

Stefania Zerbato, fotografata con i piedi nel lago, perché da lì esco. Qualche manciata di anni fa.

Poi, di strada in strada, alternando passi, corse, jumping e retromarce, ho stratificato esperienze e vissuto emozioni. Respirato, assorbito, ingoiato la vita. Talvolta anche respinta. Poi riabbracciata. Più o meno come tutti, credo.
Lacustre di nascita. Cittadina per scelta. Ma adoro i paesaggi silenti della Lessinia veronese.
Tra qualche anno prenderò casa in Sicilia (il sogno, che non deve morire mai).

Mi scrivo. Vi scrivo. Racconto perché ne ho voglia. Scrivo perché fa parte del mio lavoro. Quando non scrivo, leggo. Ma faccio anche altro. Molto altro. Mi appassionano le storie di luoghi e di persone che hanno a che fare con quei luoghi. Persone vere o immaginate. Vive adesso o vissute nel passato. Purché emotivamente coinvolgenti. Allora, su queste tracce, che spesso cerco sapientemente, mi lascio andare e imbastisco profili, vicende, amori, perdite, … narrazioni.

Perché le storie hanno una loro forza intrinseca, un’energia che acchiappa e percuote. Stimola e fa progredire. Rigenera.

Io mi ci affido e al contempo la pratico. La faccio mia. E ho deciso di condividerla.
Scrivo quel che vivo.

professionalmente

…innesto competenze
per la creazione
e modellizzazione
di esperienze turistiche,
peculiari e uniche,
e lo scouting di realtà
che le esprimono
ma non sanno
come curarne
la messa in opera

Mi hanno insegnato a “darmi da fare”: così ho fatto e non ho mai smesso. Ho studiato (laurea in scienze politiche e master in organizzazioni pubbliche), ho lavorato (consulenza direzionale per aziende pubbliche e project manager al ministero della Funzione pubblica), ho insegnato (professore a contratto all’Università di Verona), ho scritto (pubblicazioni, articoli – anche in qualità di giornalista pubblicista – e storie… tante storie).

E continuo su questi binari: disegnando scenari, immaginando orizzonti, narrando storie.
Costruisco progetti, anche diversi tra loro, perché il cambiamento e il nuovo mi entusiasmano.
Coinvolgo altri, perché da soli non si va da nessuna parte, e mi faccio coinvolgere: fare squadra è un bel modo di proporsi e lavorare.

Dal contribuire a “far funzionare meglio” la pubblica amministrazione locale, alla promozione dei territori e delle identità locali. È l’estrema sintesi di un percorso professionale lungo 25 anni.
Oggi mi appassiona ideare e concretizzare progetti e percorsi, anche inediti, che valorizzano il bello e il buono dell’Italia, disseminata di borghi e campanili.

Ingredienti di turismo esperienziale e sostenibile, che emergono da identità territoriali ricche di patrimoni culturali, di saperi e tradizioni, prodotti enogastronomici rinomati e irripetibili. È il nostro amato made in Italy, che però, spesso, necessita di alcuni fondamenti per poter essere promosso e venduto, soprattutto sui mercati internazionali. Penso a elementi quali: una struttura in cui incasellarlo, uno sfondo su cui spiccare, la nota di differenziazione che lo rende unico, l’inserimento nella filiera turistica del territorio (che in tanti casi è ancora tutta da costruire), la sinergia con gli altri segmenti, un packaging adeguato, la comunicazione strategica e strutturata, lo storytelling che emoziona e trasmette la passione dei suoi protagonisti.

In questo quadro innesto competenze per la creazione e modellizzazione di esperienze turistiche, peculiari e uniche, e lo scouting di realtà che le esprimono ma non sanno come curarne la messa in opera. E anche la gestione delle relazioni, il fare rete, e il coordinamento del team di progetto; la comunicazione e lo storytelling per la promozione e la vendita dei prodotti realizzati. Le nuove tecnologie e il mondo digitale dei social, sono un asset in più, che aggiunge valore al prodotto e ai contenuti, li veicola e li conduce lontano amplificando le voci del territorio per una eco senza confini.

Se navigate sul sito di Smartea Srl (.smartea.it) – sostenibilità smart – troverete altre tracce del mio impegno: le competenze rimangono pressoché le stesse, solo si coniugano con un fare diverso. Ma il fil rouge che lega i due mondi c’è e si riassume nella motivazione che alimenta le mie scelte.

il mio “perchè”

…l’attenzione all’ambiente e al benessere delle persone, che si traduce nel concetto di sostenibilità come valore essenziale, attuale e per le generazioni future.

Stefania Zerbato, fotografata con i piedi nel lago, perché da lì esco. Qualche manciata di anni fa.

Poi, di strada in strada, alternando passi, corse, jumping e retromarce, ho stratificato esperienze e vissuto emozioni. Respirato, assorbito, ingoiato la vita. Talvolta anche respinta. Poi riabbracciata. Più o meno come tutti, credo.
Lacustre di nascita. Cittadina per scelta. Ma adoro i paesaggi silenti della Lessinia veronese.
Tra qualche anno prenderò casa in Sicilia (il sogno, che non deve morire mai).

Mi scrivo. Vi scrivo. Racconto perché ne ho voglia. Scrivo perché fa parte del mio lavoro. Quando non scrivo, leggo. Ma faccio anche altro. Molto altro. Mi appassionano le storie di luoghi e di persone che hanno a che fare con quei luoghi. Persone vere o immaginate. Vive adesso o vissute nel passato. Purché emotivamente coinvolgenti. Allora, su queste tracce, che spesso cerco sapientemente, mi lascio andare e imbastisco profili, vicende, amori, perdite, … Narrazioni.
Perché le storie hanno una loro forza intrinseca, un’energia che acchiappa e percuote. Stimola e fa progredire. Rigenera.

Io mi ci affido e al contempo la pratico. La faccio mia. E ho deciso di condividerla.
Scrivo quel che vivo.